Il maestro: Un caso di Michael Bennet, negoziatore NYPD (Longanesi Thriller) (Italian Edition) by James Patterson & Michel Ledwidge

Il maestro: Un caso di Michael Bennet, negoziatore NYPD (Longanesi Thriller) (Italian Edition) by James Patterson & Michel Ledwidge

autore:James Patterson & Michel Ledwidge [Patterson, James & Ledwidge, Michel]
La lingua: ita
Format: mobi
editore: Longanesi
pubblicato: 2014-01-24T23:00:00+00:00


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La mia nuova base operativa al terzo piano dell’Accademia di Polizia era un vecchio ripostiglio convertito alla bell’e meglio in ufficio, ma non c’era di che lamentarsi. Individuai immediatamente due complementi essenziali: un tavolino pieghevole e una presa del telefono. C’era persino un tocco artistico: la foto del Maestro tratta dal video di sorveglianza dell’albergo con disegnato sul volto il reticolo di un mirino di precisione.

Eravamo ufficialmente in attività.

Dopo che McGinnis mi ebbe informato per telefono degli ultimi sviluppi, radunai la mia squadra. Ero felice che Beth Peters facesse parte del gruppo. Le chiesi di fare delle fotocopie del manifesto programmatico del Maestro e di distribuirle.

«Dobbiamo coinvolgere le compagnie aeree, Beth. Inviamo loro la foto dell’assassino e chiediamo che ci mandino le foto di tutti i loro piloti, da mostrare a Mademoiselle Monchecourt. Concentrati sulle compagnie internazionali, specialmente la British Airways. Se pensi di aver bisogno dell’aiuto dei federali, rivolgiti a Tom Lamb, al 26 Fed. E cerchiamo di rintracciare il fioraio che ha venduto il bouquet all’assassino.»

«Oui, oui, capo» rispose Beth, sbattendo le ciglia con fare malizioso.

Mi rivolsi al resto del gruppo. «Adesso che siamo rimasti tra noi poliziotti, forse riusciamo a combinare qualcosa» dissi, e cominciai ad assegnare i singoli compiti. Non ero abituato a comandare e mi faceva uno strano effetto, ma i presenti scattarono in piedi, apparentemente impazienti di ubbidire. Che strana sensazione ... le persone facevano davvero quello che io chiedevo. Decisi che ci avrei provato anche a casa.

Spedii i detective del Diciannovesimo Distretto al negozio di Polo e al 21 Club con l’ordine di ripassare al setaccio la zona, mostrare la foto, e interrogare tutti i dipendenti che fossero riusciti a trovare, anche quelli che non erano al lavoro il giorno dell’omicidio. Forse il Maestro era già stato in quei posti, prima di quel giorno, e qualcuno avrebbe potuto dare un nome a quel volto.

Purtroppo, richiamarono per dire che non avevano scoperto niente di nuovo. In entrambi i posti non mancavano impiegati insoddisfatti e clienti maleducati, ma nessuno corrispondeva alla descrizione dell’assassino.

Nel frattempo parlai con i tecnici del laboratorio di balistica per vedere se il medico legale aveva già inviato i proiettili che avevano ucciso l’agente Tonya Griffith.

«Sì, li abbiamo ricevuti» disse Terry Miller, il responsabile. «Il calibro .22 era deformato ma sono comunque riuscito a individuare i cinque rilievi, i cinque solchi e la rigatura sinistrorsa della canna. Ha gli stessi segni del proiettile che ha ucciso il maître del 21. A questo punto credo che riuscirei a identificarlo anche a occhi chiusi.»

Quello era un grosso punto a nostro favore. L’attimo in cui fossimo riusciti a mettere le mani su quel tipo, avremmo avuto prove più che sufficienti a incastrarlo.

Nei momenti di tregua, quando non avevo cose più pressanti da fare, rilessi il manifesto che Cathy Calvin mi aveva consegnato. Adesso la punizione per la maleducazione era la condanna a morte? E io che pensavo che le suore delle elementari fossero severe! Questo tipo poteva anche considerarsi un Maestro, ma a me sembrava più un vigilante.



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